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UNARMA SEGNALAZIONI NEI COMANDI FORESTALI DEI CARABINIERI 

da | Ott 30, 2023 | News | 0 commenti

AL MINISTERO DELLA DIFESA 

AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Questa Unarma, allo scopo favorire la promozione, la cura e la tutela del benessere del personale interconnesso quest’ultimo, nella sua accezione più ampia e normativamente orientata, al “benessere organizzativo” che si intende comunemente, la capacità dell’organizzazione di garantire il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i propri militari, rappresenta di aver ricevuto segnalazioni riferite nell’ambito dei Comandi Forestali e precisamente sulle sedi ritenute disagiate, argomento troppo spesso bistrattato e non sempre affrontato in maniera equa. Diciamo subito, a scanso d’equivoci, che apparteniamo tutti alla stessa Amministrazione, indossando la medesima insigne e uniforme, sia se apparteniamo alla linea territoriale sia a quella dei “subentrati” ex-Corpo Forestale dello Stato. Concetto espresso al fine di portare alla luce quella che appare essere una “mancanza”, per volontà o per carenza (questo è da capire), sulla prevista revisione delle Stazioni CC e Carabinieri Forestali (da settembre u.s. quest’ultimi rinominati Nuclei Carabinieri Forestali) dichiarabili “sede disagiata”. Spesso l’attribuzione, basata su dei criteri tabellati in ben 9 punti, che vanno dall’assenza di attività ricreative fino alla copertura telefonica del territorio in cui si opera, viene considerata un bicchiere mezzo pieno per entrambe le parti in causa. Da una parte l’Amministrazione che, tutelando i propri interessi, al fine di mantenere una presenza costante del personale su tali luoghi, soprattutto alla luce della difficile alternanza, tende a fare orecchie da mercante quando si tratta di valutare la nomina e/o il mantenimento dello status quo, poiché tale condizione attribuisce tutta una serie di benefit, se così li possiamo definire, a chi quotidianamente presta servizio in tali giurisdizioni, che correttamente vanno a lenire i disagi a cui è sottoposto il personale ( e come spesso accade, a ricasco, le loro famiglie), agevolando in futuro un eventuale domanda di trasferimento poiché a chi presta servizio in tali sedi è riservato un punteggio maggiorato. Dall’altra, abbiamo i colleghi che, trovandosi a prestare servizio in tali contesti, spesso trovano giusto se non necessario, per vicissitudini familiari, sanitarie o semplicemente di ristoro, il bisogno di dover cambiare sede, dovendosi spesso scontrare con la dura realtà di trovare il giusto riconoscimento a quanto prestato. Tutto ciò alla luce di un frequente malessere che un’Amministrazione attenta deve cercare di lenire, valutando correttamente quelle realtà in cui è necessaria, dal riscontro fattivo delle difficoltà in sito, il conferimento di quanto dovuto.

Si porta quale esempio eclatante il territorio della Regione Umbria, soprattutto nell’area ricadente nel cratere sismico del terremoto occorso nel lontano 2016, in quei territori di “confine” condivisi geograficamente con le vicine regioni di Marche e Lazio, dove ancora oggi, purtroppo alcune Stazioni CC e CCF operano in situazioni di oggettive difficoltà, solo parzialmente alleviate, spesso in strutture emergenziali in attesa di vedere concretizzati progetti di nuovi presidi – rimasti ancora su carta – sopra qualche scrivania e dove esistono realtà in cui, siano necessarie delle valutazioni urgenti.

Nel caso specifico, vogliamo rappresentare le difficoltà che riscontrano presidi come quello di Monteleone di Spoleto (PG). Piccolissimo comune della provincia di Perugia con appena 563 abitanti censiti ed il più alto della Regione (quasi mille metri d’altitudine). La Stazione CC della linea territoriale, fino al 2015, era inserita nell’elenco delle sedi disagiate, poi depennata, mentre la locale Stazione dei Carabinieri Forestali, presente in località Ruscio, riaperta dall’allora Corpo Forestale dello Stato nel giugno 2013, nonostante segnalazioni effettuate alla propria linea gerarchica, non è mai stata insignita di tale riconoscimento. Nonostante tutto, il

personale ivi presente ha continuato a presidiare le rispettive giurisdizioni con fattiva operatività e collaborazione, assolvendo quotidianamente al lavoro impartito. Non conosciamo le motivazioni che abbiano portato a tali scelte, nonostante siano oggettive le situazioni di disagio, al pari se non peggio, di alcune caserme che beneficiano dell’appellativo “disagiate”, nonostante siano riscontrabili almeno 6 punti su 9 delle famose indicazioni tabellari indicative (e come da specifica dicitura riportata nella medesima modulistica tabellare “non è necessaria la contemporanea presenza di tutti i fattori di disagio”), con carenza di collegamenti pubblici (una linea unica con corsa obbligata ed assente nei festivi), scuole con classi uniche raggruppanti per fasce d’età, assenze di attività ricreative, mancanza/difficoltà di copertura telefonica, ecc. Per quanto riguarda il Nucleo CCF addirittura priva di alloggio di servizio per il Comandante e di punto di cottura per i militari che vi prestano servizio. Le strutture sanitarie ospedaliere più vicine, ricadenti nei comuni di Cascia e Norcia, distano rispettivamente 18 e 35 Km con tempi di percorrenza media, su strade di montagna, che vanno dalla mezz’ora ai 45 minuti circa e che, dopo il sisma che ne ha minato la stabilità, sono state necessariamente declassate e ridimensionate a semplici punti di “primo soccorso”. In caso di urgenza bisogna necessariamente rivolgersi alle strutture di Rieti e Terni (51 e 44 Km con più di un’ora di viaggio), per non parlare dell’ospedale di Perugia, competente per Provincia, distante 95 Km con quasi un’ora e mezza di strada. Il tutto con una viabilità rurale di montagna, con carenza di distributori di carburante ed in un periodo storico in cui i prezzi dei carburanti hanno raggiunto prezzi astronomici.

Quanto espresso, non vuol essere solo una mera e specifica situazione segnalata, ma un tema a largo spettro, da affrontare con le dovute valutazioni del caso e la giusta attenzione, affinché i colleghi che prestano servizio in tali contesti, sentano la necessaria vicinanza e conforto, da parte della Nostra Benemerita Arma, sensibilizzando chi di dovere a prestare maggiore attenzione a tali condizioni lavorative.

Alla luce della doverosa introduzione, si chiede come d’altronde previsto dalle circolari Arma nr. 40501-16/T- 25-13 Pers. Mar. del 5/12/2013 e dalla successiva nr.40501-16/T-28-1/ Pers. Mar. datata 25/07/2017 aventi per oggetto le “sedi disagiate” di procedere, quanto prima, alla prevista verifica che attualizzi le modifiche intervenute nel tempo ovvero, un’accurata revisione di tutte quelle realtà operative che potrebbero essere definibili come “disagiate”, non attestandosi semplicemente a dei punti tabellari prefissati di paragone, ma esaminando le oggettive e differenti difficoltà riscontrabili in loco.

Contestualmente, così come indicato nelle predette note, si coglie l’occasione per stimolare l’adozione, da parte della struttura interessata (ove già non sia stato intrapreso), di un sistema di trasferimenti premiale per quei militari che vivono situazioni ambientali di particolare disagio, ancorché non aderenti a parametri stabiliti per le sedi disagiate.

Il benessere non si compra…si coltiva e si cura per farlo crescere.

Grati dell’attenzione che riserverà alla presente, si porgono deferenti quanto sentiti saluti.

La Segreteria Nazionale