In questo periodo si parla molto di differenziazione stipendiale tra le varie aree d’Italia, ovvero le “Gabbie Salariali” che introdurrebbe trattamenti economici accessori collegati al costo della vita dei beni essenziali, secondo quanto definito dagli indici Istat nelle diverse aree territoriali in cui si svolge l’attività lavorativa. Si presta particolare attenzione alla distinzione tra aree metropolitane urbane, suburbane, interne e di confine. Questo non implica una modifica degli stipendi di base, bensì un’analisi delle voci retributive, delineando una sorta di modularità che può essere descritta giornalisticamente come “gabbie salariali”.
Dal periodo degli anni Settanta in avanti, la discussione sulla possibilità di configurare differenziazioni salariali basate sulla geografia è stata sostanzialmente ostacolata dal riferimento costante alle “gabbie salariali” introdotte nel secondo dopoguerra, con tutte le loro rigidezze e iniquità. Il dibattito si è polarizzato notevolmente ed è diventato estremamente ideologico nel corso degli anni. Sollevare questo tema è diventato difficoltoso, spesso generando polemiche. Il risultato è che la questione delle differenze di costo della vita tra Nord e Sud e tra le grandi città e le periferie rimane un problema irrisolto. Nonostante l’accentuazione dell’inflazione nell’ultimo anno abbia riportato all’attenzione il tema dell’alto costo della vita, la questione persiste e impatta sulla condizione economica dei cittadini Militari che, a parità di stipendio, si trovano a essere più o meno svantaggiati in base al luogo in cui vivono.
La situazione attuale evidenzia una persistente divergenza di opinioni soprattutto riguardo alla differenziazione salariale basata sulla geografia.
Tu cosa ne pensi se vi fosse uno stipendio differenziato tra Carabinieri operanti in aree geografiche diverse?
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