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UNARMA, DA CARABINIERE A CONTADINO.LO STRANO CASO DELL’APPUNTATO CHE SI OCCUPA DI UN VASTO TERRENO AGRICOLO ALL’INTERNO LA CASERMA DELLA LEGIONE CARABINIERI CALABRIA

da | Ago 25, 2023 | News | 0 commenti

AL MINISTERO DELLA DIFESA

 AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI 

AL COMANDANTE DELLA LEGIONE CARABINIERI CALABRIA Gen. D. Pietro Francesco SALSANO

OGGETTO: libro bianco per la sicurezza e benessere del personale. Profili d’impiego dei militari – D.lgv 81/2008 artt. 29, 36 e 37 – atto primo.

Numerose segnalazioni sono giunte a questa Unarma, circa la strana destinazione di una florida coltivazione orticola/agricola, di una vasta porzione di terreno – circa 400 metri quadrati – ricadente all’interno della Caserma del Comando Legione Carabinieri Calabria, cui si dedicherebbe in via esclusiva, con sacrificio e dedizione, un Appuntato Scelto Qualifica Speciale in forza al Reparto Comando – Squadra Servizi – dello stesso Comando Legione.

La circostanza ha sollevato a questa Unarma non poche perplessità derivandone l’insorgenza di interrogativi che con la presente si porgono alle Autorità in indirizzo, nonché all’A.G competente, con la sola finalità di tutelare il benessere di quel militare, ma anche al fine di fare chiarezza sulle modalità e le caratteristiche di questa prestazione di lavoro che, ove accertate, prevedrebbero l’impiego di personale addetto a tutt’altra mansione.

In particolare ci si chiede/si chiede:

Il datore di lavoro, il dirigente e il preposto di settore competenti per il Reparto Comando Squadra Servizi del Comando Legione Calabria, ove le segnalazioni fossero veritiere, come hanno autorizzato l’attività orticola in parola, visto che il profilo d’impiego degli Appuntati e Carabinieri impedisce l’impiego dei militari alle mansioni indicate, anche e soprattutto per le dimensioni apparentemente estese, che quasi sfociano in una vera e propria attività agricola più che in una semplice o modesta attività orticola?

Come ci si è regolati da un punto di vista della sicurezza sul lavoro?

Chi, come e con quali documenti sono stati valutati i rischi sul lavoro (movimentazione dei carichi; rischi allergologici; rischi da radiazioni solari; rischi biologici etc), connessi a quest’attività all’interno delle mura della Caserma? Peraltro parrebbe che contingenti, ma perduranti problematiche al servizio di videosorveglianza perimetrale della struttura militare riguarderebbero l’inefficienza proprio della telecamera che inquadrerebbe l’area interessata dalla coltivazione, con evidenti problemi, oltre che per la sicurezza della struttura militare, anche per la sicurezza di chi si occuperebbe dell’orto. Dedicarsi a quelle coltivazioni anche con le stagionali intemperie; passare il tempo necessario in quell’area dimessa e schiva rispetto alla normale attenzione dei colleghi, ingenererebbe sicuramente esponenziale aumento del rischio connesso a un malore di cui ci si accorgerebbe forse al di là dei tempi necessari ad ogni utile o ragionevole soccorso. Il graduato, che sembrerebbe dedicarsi al terreno, nonostante il susseguirsi e il proliferare degli interventi finalizzati al “contenimento delle prestazioni per lavoro straordinario”, da chi e in che modo avrebbe, se la circostanza fosse riscontrata, avuto l’autorizzazione ad impiegarsi durante il servizio ordinario e straordinario e nell’evidente esposizione straordinaria, nella coltivazione dell’orto? Circostanza che se comprovata sarebbe per altro in evidente deroga alle direttive emanate proprio da quel Comando Legione, che facendo eco a quelle del Comando Generale, richiama continuamente i propri Reparti e i Comandanti ad una: “oculata programmazione del lavoro e gestione del personale, soprattutto per le attività non operative, prevendo il ricorso alle prestazioni di lavoro straordinario solo al verificarsi di imprevisti o per sopraggiunte situazioni di urgenza che non ne permettano il differimento”.

Non è passata assolutamente inosservata a questa OO.SS, la recente manovra dei “recuperi organici”, per la quale, al termine delle operazioni di taglio, si è registrata la perdita di personale nella forza organica dei Reparti della linea territoriale calabrese, per altro rimasta comunque carente nella forza effettiva residua. In tal senso, l’ulteriore interrogativo che ci si pone, sempre al fine di tutelare il benessere del singolo ma anche quello dell’intera collettività dei Carabinieri d’Italia, se qualora fosse effettivamente accertato che qualcuno all’interno della Legione Carabinieri Calabria fosse realmente impiegato alla nobile attività agricola in questione, non sarebbe stato forse proprio quel personale da individuare nei tagli richiesti dal Comando Generale? Sicuramente si sarebbe risparmiato il taglio di un Carabiniere, che da Reggio Calabria al confine con la Basilicata, poteva essere impiegato nella linea territoriale per lo svolgimento dei compiti istituzionali previsti alla nostra Benemerita Arma dei Carabinieri, ovvero la tutela del cittadino. Le presente non avrebbe – per altro – necessità di documentazione illustrativa, in quanto le evidenze, pongono un ulteriore interrogativo: “ma l’esigenza idrica di una coltivazione orticola così estesa come viene assolta?” La risposta questa Unarma ce l’ha! Ma attendiamo le verifiche ai quesiti su chi, come e quando è stata autorizzata detta attività lavorativa nonché l’impiego del militare in attività “agricola”. Nell’attesa, si auspica che qualcuno possa dare anche conto di una certa tubazione che collegherebbe, con una derivazione, l’impianto idrico della caserma all’orto, passando attraverso un muro della struttura, con enorme dispendio di acqua potabile: lo spreco di acqua potabile, cozza anche con le contingenti problematiche sulla crisi idrica che attanagliano – in questo periodo estivo – l’intera città, mettendo a rischio la credibilità dell’Arma dei Carabinieri, difatti vi sono già lagnanze da parte della popolazione catanzarese sullo spreco di acqua da parte dei Carabinieri. Si leggono altresì articoli di stampa che narrano delle funeste proteste dei cittadini per la carenza idrica catanzarese cui sarebbe anche conseguita l’emanazione – nel mese di luglio u.s. – di un’ordinanza comunale che regola l’uso dell’acqua potabile, con verosimile divieto di uso di acqua potabile per le attività irrigua non professionale, indicando proprio orti e giardini tra le attività vietate. Come parrebbe comunque contingentato anche l’uso dell’acqua per le primarie esigenze umane che nel periodo estivo aumentano di pari passo alla siccità stagionale e all’avvento turistico. Altra domanda: la destinazione dei prodotti agricoli di quella coltivazione a chi vanno? Forse ai cittadini “bisognosi”? Oppure…?

In conclusione avremmo voluto esternare la presente al Comandante la Legione Calabria, ma visto che la nostra richiesta di incontro non ha scaturito alcuna risposta, abbiamo deciso di procedere nel senso.

Al Comando Generale si chiede di inoltrare la presente all’Autorità giudiziaria competente, Ordinaria e Militare, al fine di verificare eventuali ipotesi di reato.

ANTONIO NICOLOSI 

SEGRETARIO GENERALE DI UNARMA