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OGGETTO: Stazioni Carabinieri – criticità

da | Nov 20, 2025 | News | 0 commenti

AL SIGNOR MINISTRO DELLA DIFESA

AL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Egregio Comandante,

UNARMA A.S.C. intende riportare alla S.V. il diffuso malcontento e la perdurante condizione di disagio e malessere che – a dispetto di ogni apparenza di normalità – giunge pressoché continuamente da numerosissimi Carabinieri in servizio nella linea territoriale.

Situazioni che, sino ad oggi, non vi è volontà di rimuovere, preferendo, invece, “legare il ciuco dove piace al padrone” e fingere che tutto proceda nel pieno rispetto delle norme sul benessere e sul servizio.

Occorre, quindi, affrontare il problema iniziando dalle Stazioni Carabinieri.

Il progressivo aumento della burocratizzazione, il continuo proliferare di applicativi quali: denuncia web, Portale NDR Giustizia, GESTINC, SIVES, SANA per la Prefettura, C-PROT, C-SEGNALAZIONI, Memoriale informatizzato, caselle p.e.o. e p.e.c., impiego degli ODINO e alimentazione SDI, che si aggiungono a continua gestione dell’utenza tramite gli orari quotidiani di apertura al pubblico, ricezione denunce per reati e smarrimenti, movimentazione armi, contenziosi da ritiri e mancati rinnovi delle licenze, costante attività di repressione dei reati da “Codice Rosso” con relative deleghe ex art. 370 c.p.p. da parte dell’A.G., servizi di pattuglia, perlustrazione, notifiche, provvedimenti urgenti, accompagnamenti coattivi o rimpatri, fotosegnalamenti, piantonamenti, traduzioni di soggetti arrestati, gestione delle REMS e attività presso centri di accoglienza e strutture psichiatriche convenzionate, incrementate dopo la chiusura delle strutture detentive psichiatriche, citazioni per ragioni di giustizia: tutto ciò rappresenta solo una parte dell’onere complessivo cui il personale delle Stazioni è costantemente esposto, quasi sempre in condizioni di sovra-impiego.

A questi compiti si aggiungono i servizi di ordine pubblico, le attività addestrative pianificate, la mensa presso punti cottura, servizi logistici vari, cerimonie, servizi di rappresentanza, servizi interni di caserma e quelli straordinari di controllo del territorio pretesi dalle Compagnie o dai Comandi Provinciali.

Interi turni (sera-pomeriggio-mattina-notte) vengono spesso svolti dal personale delle Stazioni per “coprire” le assenze o i vuoti delle Radiomobili.

Ovviamente, il servizio Radiomobile di pronto intervento così “coperto” non prevede l’impiego di mezzi, equipaggiamenti e DPI irrinunciabili per tale delicato servizio, con conseguente maggiore esposizione per i colleghi coinvolti.

Si tratta di impegni che, per essere assolti secondo la prontezza e l’efficienza sempre richieste, vengono inevitabilmente affrontati con carattere di emergenza ed urgenza e quindi “sulla pelle” del personale, chiamato a pagare un contributo elevatissimo.

Questa non è efficienza dell’Istituzione, ma ostinazione nel pretendere di fare tutto, a ogni costo.

Una evidente mancanza di previsione, di ampiezza di vedute e una manifesta incapacità organizzativa, secondo questo Sindacato.

Si tratta, infatti, di emergenze talmente costanti da costituire una prassi consolidata, ma che si vuole continuare a ignorare, senza pianificazione, con conseguenti ingerenze, incertezze e stravolgimenti nella vita quotidiana dei dipendenti.

Non occorre, al momento, entrare in esempi specifici ben noti a UNARMA, per comprendere come i diritti a riposi, licenze, cure termali, permessi per paternità/maternità o gravi motivi, permessi sindacali, allattamento, esonero dai servizi notturni per figli minori, o il “turno alternato” per il coniuge lavoratore diventino spesso motivo di lotte e rivendicazioni, con conseguenti frustrazione e umiliazione per il personale, costretto di fatto a rinunciarvi o a tollerare dilazioni.

È noto, inoltre, che alcuni Uffici di P.S., più disinvolti, deleghino atti e notifiche alle Stazioni – confidando nella pazienza dei Comandanti, comunque assoggettati all’Autorità di P.S. – anche quando regolamenti e circolari non lo prevedono. Le lamentele verso i Comandi Compagnia sono continue, facendo apparire il confronto quasi “impari”.

Tuttavia, atti come gli ordini di custodia cautelare non vengono mai delegati con altrettanta generosità: chissà perché.

“La coperta è corta!” si sente dire.

“Gli uomini sono stanchi e si sentono abusati” è la risposta ferma e schietta, senza offesa per alcuno.

I Carabinieri percepiscono uno stipendio, come gli altri corpi di polizia.

La Radiomobile, un tempo “chimera” per molti giovani Carabinieri, oggi perde pezzi di anno in anno: organici ridotti, l’Ispettore addetto divenuto un “lusso imperdonabile”.

Tutto ciò per arrivare a cosa?

Forse a sostituire gli equipaggi con pattuglie avventizie sottratte alle Stazioni, che così perdono risorse e organico minimo, aggravando un equilibrio quotidiano già precario?

La coperta non è “corta”: si è ormai trasformata in un vecchio straccio.

Auspichiamo, per il futuro immediato, meno spot e proclami.

Ci auguriamo che l’Istituzione non venga usata come brand per slogan di dubbia efficacia e che i decisori ascoltino chi conosce la macchina dal basso, per trovare soluzioni idonee a interrompere una lenta agonia, fatta di silenzi e vuoti che ormai riempiono molte Stazioni Carabinieri, soprattutto le più isolate.

Roma, 20 novembre 2025

Antonio Nicolosi

Segretario Generale UNARMA