AL MINISTERO DELLA DIFESA
AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Un Emendamento Insidioso: la Sostituzione del Moltiplicatore con Coefficienti Fantasma
L’emendamento in esame, se approvato, non correggerebbe una disparità: l’aggraverebbe e la istituzionalizzerebbe.
Viene proposto infatti di sostituire un istituto concreto, seppur limitato, con una promessa volatilissima, imponendo in realtà una doppia perdita: la rinuncia forzata alla previdenza complementare e l’abolizione del moltiplicatore.
Questa manovra distoglie l’attenzione dalla vera soluzione già tracciata dalla legge, che prevede l’avvio della previdenza complementare “unitamente” a un adeguamento dei coefficienti di trasformazione.
1. La Truffa delle Risorse già Stanziate: da “Entrambe” a “Nessuna delle Due”
Il cuore della truffa è qui. La Legge di Bilancio 2022 aveva posto le basi per una soluzione equilibrata, destinando risorse specifiche sia per l’avvio della previdenza complementare sia per un adeguamento dei coefficienti di trasformazione del sistema obbligatorio.
Il tradimento è ora compiuto. L’emendamento in discussione “storce completamente” quella volontà legislativa e dirotta quelle risorse – destinate a perseguire entrambi gli obiettivi – verso il solo, volatile aumento dei coefficienti di trasformazione.
Peggio ancora, lo fa in modo escludente: dichiara l’aumento dei coefficienti come “sostitutivo” della previdenza complementare, uccidendo sul nascere la possibilità di un fondo negoziale.
Non si tratta quindi di una scelta tra due opzioni finanziate ex-novo. Si tratta di violare lo spirito e la lettera di una legge che prevedeva un percorso parallelo, concentrando forzatamente le risorse su uno solo, il più fragile e revocabile, usando questa concentrazione come scusa per abolire l’unico correttivo esistente: il moltiplicatore sempre avversato.
In sintesi: con una manovra legislativa, si trasformano risorse destinate a un diritto (l’avvio di un fondo complementare) in uno strumento per imporre un ricatto: prendete questi coefficienti volatili e dimenticatevi il fondo. È un furto di futuro legalizzato.
2. Il Doppio Blocco Strategico: uccidere la Previdenza Complementare
Questo è il punto più grave e che svela il vero scopo dell’operazione. Il comma 4 è esplicito:
- L’aumento dei coefficienti è “sostitutivo” della previdenza complementare.
- Nonostante ciò, si potrà continuare a versare contributi oltre il tetto massimo (il cosiddetto “contributo di produttività” o straordinari molto elevati), ma solo nel regime obbligatorio.
Cosa significa in pratica?
Significa che viene formalmente negata a queste categorie la possibilità di avere un “fondo pensione negoziale” (chiuso) con contributi datoriali aggiuntivi, l’unico strumento in grado di garantire un’integrazione pensionistica solida, patrimonializzata e autonoma dalle casse dello Stato.
In cambio, si offre una maggiorazione volatile dei coefficienti, mentre si consente di pompare più soldi nel sistema contributivo pubblico, che ha rendimenti bassissimi. È un trasferimento di risorse dai lavoratori allo Stato, non un vero miglioramento.
3. La Cinica Divisione in Caste: Il “Tetto” che Crea Privilegiati
Qui arriva il paradosso più odioso. L’emendamento di fatto crea due classi tra gli stessi cittadini in divisa:
- I “Poveri”: quelli con una retribuzione sotto il tetto contributivo massimo (circa 110.000 € annui). A loro viene tolto il moltiplicatore (reale) e data in cambio una promessa (i coefficienti) che può svanire. Viene loro vietata la strada della previdenza complementare collettiva.
- I “Ricchi”: gli Ufficiali superiori, i dirigenti, chi ha compensi accessori molto elevati. A loro si permette di versare oltre il tetto, accumulando così un montante contributivo pubblico più grande. Per loro, un coefficiente di trasformazione anche solo leggermente più alto si traduce in un guadagno pensionistico enorme, perché applicato a un capitale molto più consistente. Per gli altri, l’effetto è marginale.
Conclusione: non un Emendamento, ma un Tranello
Questo non è un emendamento a favore dei lavoratori. È un’operazione di consolidamento della finanza pubblica a spese del futuro di centinaia di migliaia di persone:
- Si elimina un costo certo (il moltiplicatore, che aumenta il montante per tutti) sostituendolo con un costo potenziale e variabile (l’aumento dei coefficienti).
- Si blocca sul nascere la principale rivendicazione sindacale e la sola soluzione moderna: un fondo pensione dedicato.
- Si crea un vantaggio sproporzionato per le fasce più ricche dello stesso comparto, dividendo la categoria e facendo passare il tutto come una “concessione”.
- Si lega il destino della pensione ancora di più alla volatilità dei decreti ministeriali, togliendo qualsiasi certezza.
In sintesi: con la scusa di “migliorare” i coefficienti, si toglie l’unico correttivo esistente, si vieta la strada per un integrativo serio e si sistema chi già sta meglio. È l’ennesima presa in giro, vestita da regalo.
La risposta dovrebbe essere un secco NO, accompagnato dalla richiesta non negoziabile dell’apertura di un “fondo pensione negoziale” con contributo datoriale. Tutto il resto sono distrazioni pericolose.
Con osservanza
Roma, 3 dicembre 2025
Antonio Nicolosi
Segretario Generale Unarma
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