AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
In considerazione delle numerose e pressanti segnalazioni che continuano a pervenire quotidianamente a
questa Organizzazione Sindacale, si rappresenta come, in un quadro ormai sempre più diffuso e generalizzato,
ai Militari di Servizio presso le Caserme Capoluogo delle Stazioni Carabinieri vengano sistematicamente
richieste attività che nulla hanno a che vedere con i doveri istituzionali propri del servizio d’istituto.
Nello specifico, si segnala come sia ormai divenuta prassi consolidata impiegare tali militari in compiti del
tutto estranei alla loro funzione principale, quali ad esempio: approntamento della corrispondenza, ricezione
di denunce di ogni genere, predisposizione di C.N.R. e altre attività burocratiche che nulla hanno a che vedere
con la loro precipua funzione primaria, ossia di garantire la sicurezza della Caserma e la gestione dell’accesso
del pubblico (art. 309 – 310 -311 -312 -312 R.G.A.).
Tale situazione, frutto in alcuni casi dello stato di necessità derivante dalla cronica carenza di personale e
dall’aumento esponenziale delle incombenze burocratiche, determina inevitabilmente una grave alterazione
del corretto impiego del personale e una distorsione delle disposizioni normative di settore.
È necessario ribadire con fermezza che il Militare di Servizio alla Caserma Capoluogo riveste un ruolo di
primaria importanza sotto il profilo della sicurezza dell’infrastruttura militare e della corretta ricezione del
pubblico, e non può e non deve essere distolto da tali fondamentali compiti con l’assegnazione di attività
aggiuntive e improprie.
Inoltre, si evidenzia che l’abitudine di ricevere denunce e atti giudiziari in ambienti non idonei sotto il profilo
della privacy e della sicurezza, quali il corpo di guardia o altri locali destinati ad altre funzioni, costituisce una
grave violazione delle normative vigenti. Tale prassi si pone in contrasto sia con il D. Lgs. 196/2003 (Codice
in materia di protezione dei dati personali) sia con il Regolamento UE 679/2016 (GDPR), che impongono di
garantire la tutela della riservatezza delle persone che si rivolgono all’Arma per sporgere denuncia o esporre
fatti delicati. Ricevere denunce in ambienti privi dei requisiti minimi di riservatezza e sicurezza non solo
espone i militari a responsabilità personali, ma lede gravemente il diritto alla privacy del cittadino.Si ricorda, inoltre, che l’esposizione sistematica dei militari a tale mole di incarichi impropri e incoerenti
rispetto alle loro mansioni istituzionali genera un carico di stress che si traduce in una evidente violazione
dell’art. 28 del D. Lgs. 81/2008, il quale impone all’Amministrazione di valutare e prevenire i rischi da stress
lavoro-correlato, adottando tutte le misure necessarie a tutela della salute psicofisica del personale.
Non può, dunque, passare sotto silenzio come questo impiego distorto del personale comporti un ingiusto
aggravio di responsabilità, esponendo i militari a rischi concreti derivanti da possibili errori o omissioni nello
svolgimento di compiti, con potenziali ripercussioni di natura disciplinare, amministrativa e penale.
Per quanto sopra esposto, questa Organizzazione Sindacale chiede con fermezza un immediato intervento al
fine ricondurre l’impiego del personale di servizio alla caserma nei limiti delle funzioni proprie e istituzionali
previste dalla normativa vigente, adottando ogni misura necessaria.
In difetto, questa O.S. si riserva di valutare ogni ulteriore iniziativa, anche in sede giudiziaria, a tutela dei
diritti e della dignità dei lavoratori rappresentati.
Ci si pone, infine, il legittimo dubbio, ossia se tali criticità siano realmente note ai vertici dell’Istituzione e, in
particolare, se il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, alla luce della sua prolungata assenza dalle
fila operative determinata dal lungo trascorso presso il Ministero della Difesa, sia pienamente consapevole
delle gravi realtà che continuano ad affliggere il quotidiano dei Carabinieri impegnati nelle realtà periferiche
territoriali.
Roma, 18 luglio 2025
Antonio Nicolosi segretario generale di Unarma