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OGGETTO: Giubba “infiammabile” tipo Soft Shell per operatori API/SOS.

da | Nov 20, 2025 | News | 0 commenti

AL SIGNOR MINISTRO DELLA DIFESA

AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Dopo ben 10 anni dalla loro istituzione, senza aver avuto fino ad ora in dotazione alcun tipo di giacca/impermeabile che li proteggesse dalle intemperie, in queste settimane gli operatori delle API e delle SOS stanno finalmente ricevendo una giubba tipo Soft Shell.

Le giacche tipo Soft Shell nascono per essere utilizzate in attività outdoor come l’escursionismo, permettendo una buona libertà di movimento, traspirabilità e protezione dal freddo in condizioni di “mezza stagione” (non sono impermeabili ma idrorepellenti). La giubba in questione, come scrive la Direzione di Commissariato nella nota del 15/2/2023, presenta “scritte ‘Carabinieri’ amovibili, che dovranno essere rimosse solo in occasione di eventuali operazioni antiterrorismo, per rendere gli operatori meno visibili alla minaccia”; è pertanto destinata ad essere utilizzata in attività operativa.

Tuttavia è doveroso sottolineare la scarsa qualità del capo in questione che, invece di apparire come un capo tecnico performante, risulta rigido al tatto e alla vestizione e, pur essendo di colore nero, appare “lucido” come se fatto di plastica scadente. Inoltre è stato riscontrato che non risulta affatto idrorepellente in quanto assorbe l’acqua anche se esposto per pochissimi minuti ad una lieve pioggia. Ma cosa ancora più grave e molto preoccupante è la dicitura riportata nell’etichetta della giubba: “tenere lontano dal fuoco” (seppure le soft shell siano normalmente composte in materiali sintetici, ne esistono di resistenti al calore ed alla fiamma, provviste di apposita certificazione).

Eppure, anche alla luce dei tragici eventi di Castel d’Azzano (VR) dove oltre ai tre colleghi deceduti numerosi altri operatori hanno riportato ustioni al corpo di vari gradi, è ormai palese che gli operatori delle API e delle SOS necessitano di capi operativi con caratteristiche “Flame Retardant” (F.R.). Ciò nonostante, al momento gli unici capi di vestiario F.R. di cui sono dotati gli operatori sono la “combat shirt SOD Gear” (capo tecnico idoneo e di indiscussa qualità) e dei classici pantaloni da ordine pubblico (seppur con caratteristiche F.R. assolutamente non idonei allo specifico impiego tattico).

Non si capisce quindi quando questa giubba dalle qualità “infiammabili” debba essere utilizzata dagli operatori: se destinata ad essere indossata in operazione sotto il giubbetto antiproiettile ICV, come indicato dalla Direzione di Commissariato, può essere estremamente rischiosa in presenza di fiamme libere; se destinata ad un uso non operativo, a prescindere dalla scarsa qualità di fabbricazione, risulta ancora mancante un capo che protegga gli operatori dal freddo e/o dalla pioggia durante gli interventi (anche considerato che i c.d. barricamenti domestici possono durare diverse ore).

Codesto Comando Generale dovrebbe finalmente prendere atto che, per mantenere efficienti assetti tattici specialistici come le API/SOS, bisogna adeguare equipaggiamenti e vestiario ai difficili compiti che gli operatori sono chiamati ad assolvere.

Ricordiamo ancora una volta che riguardo questa tematica le API e le SOS necessitano urgentemente di:

  • pantaloni tattici F.R. con ginocchiere incorporate;
  • giacca impermeabile;
  • combat shirt invernale o giubba idonea ad impiego tattico o indumenti intimi termici e F.R.;
  • guanti tattici e balaclava Flame Retardant;
  • cuffie elettroniche per la protezione acustica;
  • idoneo sistema radio–micro–ptt.

Stiamo parlando di vestiario, equipaggiamento e Dispositivi di Protezione Individuale che vengono regolarmente forniti agli altri reparti “tattici” dell’Arma quali GIS, Tuscania 7° e 13° RGT e, considerato che API e SOS rappresentano a tutti gli effetti il primo strumento specialistico di risposta dell’Arma contro atti terroristici e gravi eventi criminosi, non si capisce perché non debbano loro essere forniti.

Il presente comunicato è l’ennesimo che questa associazione sindacale emana per porre l’attenzione sulle numerose criticità (strutturali, operative, addestrative e logistiche) di cui le API e le SOS soffrono, problematiche che tra l’altro vengono regolarmente rappresentate anche da figure istituzionali di coordinamento tra i due assetti.

Questa Unarma tiene a rappresentare che nel tempo è intervenuta — copiosamente — sugli acquisti di materiale di vestiario che risultano non consoni alle esigenze dei militari (magliette tipo polo docet), ed è per questo che si sollecita codesto Comando Generale ad effettuare delle serie verifiche sugli acquisti effettuati nell’ultimo quinquennio: non basta avere un capo di vestiario bello alla vista, serve un capo di vestiario con materiale adatto alle esigenze dei militari che operano sul territorio.

Come sempre, nella speranza che finalmente il Comando Generale decida di intervenire, questa Associazione Sindacale è a disposizione con spirito propositivo per contribuire a risolvere le criticità in argomento.

Cordiali saluti.

Roma, 20 novembre

Antonio Nicolosi

Segretario Generale di Unarma