AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
AL MINISTRO DELLA DIFESA
OGGETTO: L’ARMA TERRITORIALE NEL CONTRASTO AL CAPORALATO. SIAMO SICURI CHE SIA LA SCELTA GIUSTA?
Questa segreteria ha appreso, con grande stupore e pari preoccupazione, le recenti disposizioni in tema di contrasto al c.d. “Caporalato”. Nella fattispecie, il contenuto della circolare nr. 1428/241-1- 1969 del 18 luglio 2024 avente ad oggetto “Contributo dell’Organizzazione Territoriale nel contrasto al fenomeno del “caporalato”.
Orbene, i recenti fatti di cronaca ed il crescente allarme sociale derivante da questo fenomeno impongono la massima attenzione da parte di tutte le Istituzioni, Arma inclusa. Questa segreteria ritiene però che le modalità con cui si ritiene di perseguire questo obiettivo (ed indicate nella circolare sopra menzionata) oltre a non produrre alcun effetto concreto vadano ad incidere negativamente sull’attività dell’Arma Territoriale, già flagellata da sempre crescenti incombenze e da cronica carenza di personale.
Come noto, l’Arma si è sempre distinta, dal lontano 1926, per la spiccata professionalità in materia di Legislazione Sociale. Il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro (NIL), i Gruppi Tutela Lavoro ed il Reparto Operativo Tutela Lavoro rappresentano, ad oggi, reparti d’élite dell’Arma, caratterizzati da un’elevatissima specializzazione e professionalità. Coloro che prestano servizio presso questi reparti devono superare una prova preselettiva ed un corso formativo molto duro e complesso, anche in relazione alla specificità delle materie trattate.
Proprio in virtù di questi fattori, non è possibile ipotizzare di formare, con un seminario di una mattinata, personale dell’Arma Territoriale, chiamato poi a svolgere questi delicatissimi controlli in autonomia. Anche il militare più bravo e volenteroso non potrebbe certo ben figurare di fronte a datori e consulenti del lavoro.
A ciò si aggiunga che il fenomeno del “caporalato” difficilmente verrà evidenziato e smascherato con un accesso ispettivo, ma risulterà necessaria una attenta attività di indagine.
L’Arma Territoriale sarà quindi in grado di fare fronte anche a questa ulteriore incombenza?
A ciò si aggiungano alcune problematiche di primaria importanza che di seguito si segnalano:
1) l’art. 8 comma 2 del DPR 520/1955 così recita: “Gli ispettori hanno facoltà di visitare in ogni parte, a qualunque ora; del giorno ed anche della notte, i laboratori, gli opifici, i cantieri, ed i lavori, in quanto siano sottoposti alla loro vigilanza, nonché i dormitori e refettori annessi agli stabilimenti…”. In ragione di questa facoltà, affidata ai soli Ispettori del Lavoro, secondo quale riferimento normativo i militari dell’Arma Territoriale faranno accesso ai luoghi di lavoro?
2) L’art. 13 comma 1del d.lgs. 124/2004 (così come riformulato dall’ art. 33 L. 183/2010 “collegato lavoro”) affida al solo personale ispettivo la facoltà di redigere e rilasciare il “verbale di primo accesso ispettivo”. Quale documentazione dovrà quindi essere redatta dal personale dell’Arma Territoriale in occasione degli accessi ispettivi?
3) a chi sarà devoluta la gestione delle complicate pratiche derivanti dagli accessi ispettivi eseguiti dall’ Arma Territoriale?
Questi aspetti risultano di particolare importanza e potrebbero esporre il personale operante a serie difficoltà.
In relazione a quanto sopra esposto e rilevato che l’Arma Territoriale non è oggettivamente nelle condizioni, sia per questioni organizzative che per mancanze di specifiche attribuzioni normative, di farsi carico di questa ulteriore mansione, questa Segreteria richiede di rivalutare la circolare sopra menzionata.
Rilevato, tra l’altro, che il fine ultimo, nobilissimo, è quello di contrastare un fenomeno assai odioso e di stretta attualità, non sarebbe forse più opportuno richiedere un cospicuo aumento della forza organica del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro e delle sue articolazioni periferiche?
Oppure, superando anacronistiche rivalità tra Forze dell’Ordine, non è forse arrivato il momento di richiedere l’istituzione di un gruppo interforze specializzato per contrastare il “caporalato”?
Non è possibile, allo stato attuale, richiedere al personale dell’Arma Territoriale anche questo ulteriore sacrificio.
La Segreteria Nazionale