AL MINISTRO DELLA DIFESA
AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
La perfetta conoscenza delle armi in dotazione e la padronanza del loro utilizzo costituiscono, per ogni Carabiniere, un presupposto imprescindibile per poter assolvere ai compiti istituzionali in maniera efficace e sicura, nel pieno rispetto delle procedure operative e delle norme poste a garanzia dell’incolumità dei militari e dei cittadini.
In tale quadro, e al fine di creare sicurezza nel militare affinché non si trovi in difficoltà, le armi devono essere considerate a tutti gli effetti uno strumento professionale, da:
- conoscere e saper impiegare con competenza e consapevolezza, sempre con la necessaria cautela;
- utilizzare, in caso di emergenza, nel rigoroso rispetto della normativa vigente.
Per assicurare il mantenimento di elevati standard di efficienza in questo settore, è necessario che tutte le figure coinvolte nell’addestramento al tiro — istruttori, comandanti e personale — prestino la massima attenzione e dedichino costante impegno, sia durante la formazione di base presso le Scuole, sia nelle successive esercitazioni periodiche.
L’addestramento al tiro consiste in un insieme di attività teoriche e pratiche finalizzate al mantenimento e al miglioramento delle capacità operative individuali. Tali attività devono essere pianificate e svolte con cadenza commisurata alle caratteristiche dell’incarico di ciascun militare, secondo quanto previsto dall’Allegato “A” della pubblicazione in materia.
Come riportato nel Capitolo 1 – Tipologie di tiro, i presupposti essenziali per un corretto impiego delle armi sono:
- un’adeguata condizione psicofisica;
- un buon coordinamento visivo e neuromotorio;
- un efficace controllo dell’emotività;
- un valido e costante addestramento.
Per il personale dell’Arma territoriale, le esercitazioni di tiro dovrebbero avvenire con cadenza quadrimestrale, e dunque tre volte l’anno, ad eccezione dei militari effettivi presso Comandi Interregionali, Legioni, Uffici o Nuclei Comando, Sezioni Amministrative e Centrali Operative dei Comandi Provinciali o di Gruppo.
Tuttavia, tale cadenza — per diverse problematiche di natura logistica e organizzativa — non viene spesso rispettata, con ripercussioni negative sia sulla curva di apprendimento relativa all’uso delle armi individuali e di reparto, sia sulla capacità di risolvere eventuali inceppamenti o malfunzionamenti.
Questa Associazione Sindacale auspica un incremento del numero di esercitazioni annuali, anche mediante una revisione della pubblicazione di riferimento, proponendo di portare il minimo obbligatorio a quattro esercitazioni all’anno.
Si coglie inoltre l’occasione per promuovere un’azione volta al miglioramento dell’efficienza fisica dei militari, al fine di garantire benefici non solo per la salute individuale, ma anche per l’efficacia operativa complessiva.
A tal fine, si propone di valutare l’opportunità di introdurre retraining quadrimestrali sulle tecniche di difesa personale e di considerare la concessione di ore settimanali dedicate all’attività fisica per il personale dell’Arma territoriale, analogamente a quanto già avviene presso i reparti mobili.
Cordiali saluti.
Roma, 8 ottobre 2025
Antonio Nicolosi
Segretario Generale di UNARMA