AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Come tristemente noto lo scorso 14 ottobre durante lo svolgimento di una rischiosa operazione hanno perso la vita i nostri colleghi Davide, Valerio, Marco e altri 15 Carabinieri sono rimasti feriti; erano tutti effettivi all’Aliquota di Primo Intervento di Padova e alle Squadre Operative di Supporto di Mestre e Genova. Si è proprio questo che fanno i Carabinieri delle API e SOS: intervengono per la gestione e risoluzione di eventi ad alto rischio.
Creati 10 anni fa a seguito degli attacchi terroristici di Parigi allo scopo di integrare il dispositivo antiterrorismo dell’Arma, oggi questi assetti intervengono sempre più spesso anche a supporto dell’Arma territoriale per attività pericolose come “interventi ad alta intensità”, esecuzione di ordini di custodia cautelare nei confronti di soggetti pericolosi, cattura latitanti, barricamenti domestici ecc. (circa 250 interventi nel 2024). A seguito dei tragici fatti di Castel d’Azzano, allo scopo di migliorare la loro sicurezza, è doveroso accendere i riflettori su questi reparti e sui militari che ne fanno parte i quali ogni giorno con passione e dedizione rischiano la vita in pericolose attività di polizia. A tal fine il Comando Generale dovrebbe innanzitutto finalmente riconoscere e risolvere le gravi carenze strutturali di cui questi “reparti speciali” (così definiti in questi giorni da istituzioni e media) soffrono, come d’altronde da tempo espresso dai militari che ne fanno parte e come già in passato rappresentato da questa
associazione sindacale in precedenti comunicati.
Le criticità riguardano sia il benessere ma anche e soprattutto la sicurezza del personale e possono avere gravi ripercussioni negative sia sulla buona riuscita delle operazioni che sull’incolumità dei militari stessi e/o su quella di terze persone coinvolte.
Per superare almeno in parte queste criticità è ormai diventata la norma per i militari provvedere di tasca
propria all’acquisto di vestiario ed equipaggiamento specifico o per i comandi intermedi effettuare “in ordine sparso” acquisti di reparto promuovendo quindi la disparità di trattamento tra le API e SOS delle varie regioni. Oggi, nel rispetto dell’estremo sacrificio di Davide Valerio e Marco, il Comando Generale non può più ignorare i bisogni dei militari delle API e SOS, non può più limitarsi a pubblicizzare questi “reparti speciali”, in
riferimento ai numerosi video pubblicati sulle pagine social dell’Arma, senza finalmente risolvere le gravi
carenze strutturali di cui soffrono.
I carabinieri delle API e SOS chiedono che venga loro riconosciuto l’oggettivo rischio tipico del loro
impiego, chiedono soluzioni tangibili affinché possano lavorare con dignità e professionalità, chiedono misure concrete affinché possano mitigare i rischi delle pericolose operazioni che inevitabilmente saranno chiamati ad affrontare.
Come sempre questa associazione sindacale si rende disponibile ad un confronto tecnico in merito a quanto in argomento.
Cordiali saluti.
Roma, 22 ottobre 2025
Antonio Nicolosi
UNARMA Associazione Sindacale Carabinieri