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Oggetto: Analisi della Direttiva n. 1280/67-3-1987 del Comando Generale dei Carabinieri nei contesti operativi con minori.

da | Dic 15, 2025 | News | 0 commenti

AL MINISTERO DELLA DIFESA

AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI

La Segreteria Nazionale di Unarma, nel pieno rispetto delle prerogative dell’Amministrazione e riconoscendo il valore assoluto del principio recentemente ribadito dal Comandante Generale circa la prevalenza della tutela psicologica del minore, ritiene tuttavia necessario evidenziare le potenziali criticità applicative che la Direttiva n. 1280/67-3-1987 dell’11 dicembre 2025 è destinata a produrre nei contesti operativi che coinvolgono minori.

Il principio ispiratore della Direttiva è pienamente condivisibile e coerente con i valori istituzionali dell’Arma dei Carabinieri. La tutela del benessere psicologico del minore deve rappresentare una priorità inderogabile dell’azione operativa. Ciò nondimeno, la concreta attuazione delle disposizioni previste rischia di determinare effetti collaterali significativi sul piano organizzativo, operativo ed economico, che meritano una valutazione preventiva.

In particolare, l’indicazione di valutare con favore l’impiego dell’abito civile quale strumento di tutela psicologica del minorenne, se non accompagnata da una disciplina chiara in materia di fornitura, rimborso o indennizzo, rischia di tradursi in un onere economico diretto a carico del personale.

È davvero sorprendente che la Direttiva imponga agli operatori di procurarsi autonomamente abiti civili per le operazioni. Con una tredicesima 2025 più bassa di quella del 2022, il personale è chiamato a sostenere ulteriori spese per un guardaroba “informale ma autorevole”, dal costo paragonabile a un completo da cerimonia. Un dettaglio che, in modo del tutto involontario, evidenzia quanto le esigenze operative e la tutela dei minori possano risultare prioritarie rispetto al bilancio personale degli operatori.

Ulteriore profilo di criticità è rappresentato dalla previsione che demanda alle Autorità la decisione “caso per caso” in merito all’utilizzo dell’uniforme o dell’abito civile. Pur comprendendo l’esigenza di flessibilità operativa, tale discrezionalità, in assenza di criteri uniformi e linee guida dettagliate, rischia di produrre disomogeneità applicative sul territorio nazionale, con conseguenti incertezze operative e possibili ricadute sotto il profilo disciplinare, mediatico e della responsabilità individuale del personale impiegato.

Sul piano strettamente operativo, è prevedibile che l’obbligo di adeguare l’abbigliamento possa incidere sulla prontezza dell’intervento, soprattutto nei contesti di urgenza, con potenziali riflessi sulla sicurezza degli operatori e dei minori coinvolti. Analogamente, l’utilizzo dell’abito civile potrebbe comportare difficoltà di immediata identificazione e una riduzione dell’effetto deterrente, in particolare in situazioni caratterizzate da elevata conflittualità o rischio.

Non meno rilevante appare l’impatto che tali disposizioni potrebbero avere sul morale del personale. La percezione di dover garantire la tutela psicologica dei minori attraverso un sacrificio economico e organizzativo personale, non adeguatamente riconosciuto o compensato, rischia di incidere negativamente sulla motivazione e sul benessere psicologico degli operatori, che costituiscono essi stessi una risorsa fondamentale dell’Istituzione.

Si evidenziano infine possibili ricadute sull’immagine e sulla comunicazione istituzionale. L’assenza di criteri uniformi in materia di abbigliamento operativo potrebbe esporre il personale a una maggiore vulnerabilità mediatica, incidendo sulla percezione pubblica di autorevolezza, professionalità e coesione dell’Arma dei Carabinieri.

Alla luce di quanto sopra, pur ribadendo la piena condivisione delle finalità della Direttiva, la Segreteria Nazionale di Unarma ritiene opportuno un riesame delle sue modalità applicative, finalizzato a prevenire criticità operative e organizzative. L’obiettivo deve essere quello di garantire la massima tutela dei minori senza che ciò si traduca in un sacrificio sproporzionato delle risorse economiche, della chiarezza operativa e del morale del personale chiamato ad attuarla, assicurando un equilibrato bilanciamento tra esigenze di protezione, sicurezza ed efficacia dell’azione istituzionale.

Roma, 15 dicembre 2025

Antonio Nicolosi 

Segretario generale di Unarma